Storia
Il territorio dell’attuale comune di Vivaro Romano fu abitato dagli equi a partire dal III secolo a.C. Fu poi assorbito dai romani: con la fondazione della vicina colonia latina di Carsioli, nel territorio di Vivaro fu insediato un allevamento di bestiame che sfruttava le abbondanti risorse idriche dell’area. Il toponomastico del paese deriva probabilmente proprio dal latino vivarium, che avrebbe indicato questo primitivo vivaio. Vivaro seguì quindi le vicissitudini dell’impero romano; dopo le invasioni barbariche divenne parte del longobardo Ducato di Spoleto. Nei secoli X e XI appartenne all’importante Abbazia di Farfa; tale possedimento fu confermato dall’imperatore Enrico VI nel 1118. Durante il feudalesimo sul paese si avvicendarono diverse signorie: dal XIV secolo spettò agli Orsini, che incominciarono la costruzione del castello nel 1440. A questi successero i Brancaleone, i Cenci, i Vitelli, i Ceuli. Da un documento del novembre 1525 risulta che il signore di Vivaro, Alimonte Brancaleoni, difese con successo il suo privilegio sul paese in una complicata controversia ereditaria contro i Cherubini e i Coppari. In seguito a tali eventi gli abitanti del borgo si costituirono in communitas o universitas, cercando di mantenere la loro indipendenza dai signori del castello. Nel 1609 il papa Paolo V Borghese acquistò il feudo a vantaggio del nipote Marco Antonio II. Vivaro nel 1798 si schierò contro la Repubblica romana, una delle repubbliche sorelle filo-francesi, e insorse. Fu quindi attaccata dai francesi, ma la popolazione si asserragliò nel castello e condusse una fiera resistenza; alla fine però furono costretti a capitolare e la rocca fu distrutta (1799). Durante il Risorgimento, Vivaro si schierò per l’Unità e accolse con tutti gli onori il passaggio di Garibaldi.
Monumenti e luoghi da visitare
Castello borghese: i possedimenti su Vivaro furono contesi per un periodo estremamente lungo tra i Colonna e gli Orsini; proprio per questo, le alterne vicende della lotta indussero gli Orsini a costruire un nuovo e più solido castello che per cinquecento anni avrebbe sfidato gli assalti degli eserciti e la violenza degli uragani. Era circondato da alte mura, che cingendo il centro abitato, gli garantivano sicurezza e protezione. In esse si aprivano quattro porte, Porta Paola e Porta Nova delle quali rimane soltanto il nome, e Porta Lancia, situata in cima all’attuale via del Rio, e Porta Colle Gennaro all’ingresso della via omonima, ora via Mastro Lavinio, delle quali non resta neppure il ricordo.
Monumento ai caduti vivaresi
La Mola, costruita nella seconda metà del 1800 ha funzionato regolarmente fino ai primi anni del secondo dopoguerra. Fino ai primi del 1900 era attivata da una classica ruota idraulica a pale di legno orizzontale, chiamata “ritrécine” in varie regioni d’Italia. Tale ruota fu in seguito sostituita da una più efficace turbina verticale in metallo. La Mola di Vivaro si trova a quota 616 circa e utilizza l’acqua di un ruscello che a sua volta è alimentato dalla Sorgente di “San Benedetto”.
Prodotto tipico
Il fagiolo del “Cioncone” prende il nome da un emigrante Vivarese, detto appunto “Cioncone”, il quale tornando nel nostro territorio portò con se questo prodotto esclusivo. Ci si accorse ben presto, infatti, che seminato nei terreni Vivaresi particolarmente adatti alla coltivazione, poteva rendere molto ed essere di conseguenza assai redditizio. Da allora in poi si diffuse in tutta la zona. Le ricette classiche e molto apprezzate sono fagioli in umido con le cotiche oppure semplicemente lessi conditi con olio e aceto. Nel rispetto della tradizione, tutti gli anni viene celebrata la classica “Fagiolata”, evento popolare gastronomico che permette a tutti la degustazione del prodotto accompagnato da un buon bicchiere di vino locale e tanta allegria.
Feste e sagre
• Festa dedicata a Maria Santissima Illuminata
• Festa in onore di San Biagio Vescovo e Martire
• Festeggiamenti per Sant’Antonio Abate
• Tra le varie sagre, troviamo quelle dedicate al polentone, agli gnocchi e al classico Fagiolo
• Fagiolata, con protagonista il tradizionale “Cioncone”